“In seguito all’esperienza che tutti noi abbiamo vissuto a causa della pandemia avevamo bisogno di un artista che sapesse cogliere il microcosmo, l’estremamente vicino, il quotidiano nel quale e col quale abbiamo dovuto vivere lunghi mesi di restrizioni. La voglia è quella di ricominciare a fare cinema, di ritornare in piena attività ma non possiamo voltare pagina facendo finta di nulla, la memoria è fondamentale. Per questo abbiamo scelto di affidare il manifesto del Cisterna Film Festival 2021 a Francesca Cucchiarelli, fotografa coraggiosa e originale, che fa degli oggetti quotidiani, dello spazio che la circonda ogni giorno il suo soggetto privilegiato. Attraverso la sua visione i particolari che ritrae come soggetti delle fotografie diventano preziosi o si vestono di ambiguità tale da stimolare la fantasia e trasportare l’osservatore in altre dimensioni macroscopiche. La foto scelta per il Manifesto del CFF7 catturata in un centro commerciale del nostro territorio, rivela con eloquenza le atmosfere irreali vissute negli ultimi tempi”.

Con queste parole di Marianna Cozzuto, direttore organizzativo, presentiamo il manifesto dell’edizione del Cisterna Film Festival 2021. Lo stile della fotografa Francesca Cucchiarelli è da subito sembrato ideale per trasmettere quel senso di straniamento che ha contraddistinto la vita di tutti noi nell’ultimo anno, senza tralasciare quel sapore di “fantascientifico” che la foto ha comunicato al direttivo (composto inoltre da Cristian Scardigno, direttore artistico, e Eleonora Materazzo, responsabile della comunicazione) in fase di selezione, trovandola molto cinematografica.

E poi ecco le nuove date, che riconfermano il doppio appuntamento Cori/Cisterna, sull’onda del successo dello scorso anno: si inizia il 10 luglio a Cori con la sezione Focus On, per continuare sempre lì il giorno successivo con il workshop dedicato ai ragazzi. L’appuntamento a Cisterna, a Palazzo Caetani, è dal 16 al 18 luglio con lo svolgimento del Concorso, del quale a breve verrà resa nota la selezione ufficiale. Nel frattempo, di seguito un’intervista per conoscere meglio Francesca.

– Come ti sei formata da fotografa e quale è il tuo legame col cinema?
Frequentavo l’Accademia di Belle Arti e mi iscrissi al corso di Fotografia. Dal principio, la mia idea di immagine fotografica fu quella di creare un “quadro istantaneo”. Mi iscrissi all’Accademia di Fotografia John Kaverdash, a Milano, dove imparai a capire la Fotografia e a formare uno stile che fosse del tutto personale. Studiando, conobbi le opere del fotografo Ernst Haas e mi addentrai nel mondo della fotografia artistica, appassionandomi al “mosso”. Dallo sfumato (quasi come una pennellata) di ogni singola immagine, ho provato a far evolvere l’idea del movimento, mettendo in successione insiemi di foto che fossero consecutive nelle forme, nei colori o nel concetto. Il Cinema arriva nei miei studi per veder realizzata l’idea del moto e dell’evolversi succedendosi delle cose, con la possibilità, inoltre di dar vita a mondi fantastici.

– Il tuo stile fotografico è particolare, molto legato al dettaglio, come se attraverso la fotografia volessi rivelare dei segreti che gli oggetti o gli edifici racchiudono. Da cosa nasce questa attenzione per il particolare?
Credo che negli oggetti dimenticati o nei luoghi nascosti ai più, ci sia qualcosa di “vivo” in grado di suscitare un’emozione, un ricordo, un racconto. Il dettaglio, nel suo essere sintetico, parla con più forza.

– Dal punto di vista fotografico come hai vissuto il lockdown?
Il lockdown non ha cambiato la mia quotidianità, però ha incentivato il mio bisogno di comunicare in maniera creativa, esorcizzando col “bello” il momento storico che ha ferito l’intero Pianeta.

– Come è nata la foto scelta per il manifesto della settima edizione del Cisterna Film Festival? Quale è la sua storia?
Solitamente non ritraggo persone o volti, sono troppo espressivi di natura. Il manichino (o la statua) rappresenta la mia percezione del genere umano nei secoli: immobile, privo di voce.